Ciao amici!
Oggi, continuo con la serie di articoli “I protagonisti del giallo“, dedicata agli archetipi più comuni di questo genere letterario e cinematografico. Da sempre, la donna è legata alla seduzione e alla manipolazione (quanto sessismo, ci sono molti maschi che se la cavano bene con queste cose, tipo il Cardinale di Richelieu), ma nel mondo del giallo, o meglio nel “Noir”, c’è spesso questa figura di burattinaia che da tanto filo da torcere all’investigatore (o al poliziotto): la famosa “Femme Fatale“!

Femme fatale o Dark Lady?
Questi personaggi hanno una base in comune: sono entrambi donne e vogliono guidare il gioco secondo le loro regole. Però, esistono delle differenze di stile: la “Femme Fatale” è molto astuta e disinvolta, mentre la “Dark Lady” è più in là sul Lato Scuro della Forza: avrà tutte le caratteristiche della maliziosa FF, ma sarà più cattiva e spesso animata da un profondo desiderio di annientamento. Per riassumere, la FF apparterebbe al genere giallo/mystery mentre la DL è tipica dei generi noir, thriller, pulp e hard-boiled.
Ma chi sono le “Femmes Fatales”?
Lo cantava James Brown: il mondo è degli uomini. Questa onnipresenza di eroi “buoni” ha anche un impatto nel mondo della letteratura e del cinema: gli eroi maschi avranno una loro controparte femminile, altrettanto potenti anche se le loro caratteristiche saranno diverse. Per esempio, una delle più grandi nemiche di Poirot è una ladra russa (se non erro) che la farà franca perché è riuscita a fare colpo sul piccolo investigatore belga, oppure possiamo pensare all’astuta Catwoman: non ha i muscoli o la tecnologia di Bruce Wayne, ma riesce spesso a pareggiare contro Batman o , addirittura, a fregarlo. Ma penso che gli esempi migliori di “femmes fatales” moderne si ritrovano nei manga e anime (il che non toglie niente alle FF cinematografiche come Barbara Stanwick, Lana Turner, Rita Hayworth ): la prima è la famosa Fumiko (Lupin III) e l’altra è Saeko Nogami (City Hunter). Entrambe sono delle donne con un forte carattere e sanno come manipolare gli uomini: anche quando si tratta del più grande ladro del mondo o del migliore “sweeper” di Tokyo, ma non è per questo che loro siano totalmente indifese, anzi!
Ma allora, una FF è una cattiva?
La posizione della Femme Fatale sulla scacchiera dei “buoni” e dei “cattivi” è difficile da definire: penso che tutto dipenda dei suoi obiettivi. Perché è questo che conta, come per ogni tipo di personaggio: la FF non sarà mai dedicata a una causa o all’eroismo puro, ma vuole prima di tutto raggiungere i suoi obiettivi. Inoltre, tutto dipende dal punto di vista dell’autore/regista: se Catwoman vuole fare di tutto per rubare un rubino grosso quanto una mela, Batman interverrà e si opporrà, però se Saeko Nogami utilizza le sue doti di seduzioni per convincere Ryo Saeba a assalire un carico di droga, farà nient’atreo che il suo lavoro di poliziotta borderline e sarà dal lato dei “buoni“. Purtroppo, la natura umana è sempre quella che è e la FF si ritrova spesso dall’altro lato della scacchiera, pronta a dare del filo da torcere alle “guardie” per aiutare i “ladri”.
In conclusione
La “Femme Fatale” è un personaggio misterioso, reale o di finzione, ambiguo che affascina i lettori e gli autori da sempre: Elena di Troia, Clitennestra, Cleopatra fino alle moderne Mata Hari, Theda Bara e Marlene Dietrich. Rappresentano la femminilità indomata, per opposizione alla donna succube del marito (soprattutto nel cinema in bianco e nero), la donna che può mettere l’uomo sotto scacco e lo fa volentieri. Forse è per questo che le donne sono spesso le migliori autrici di giallo: nessuno meglio di loro può conoscere il cuore e la mente dell’essere donna.
Una delle mie “Femme Fatale” preferite è la Locandiera di Goldoni 😉
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