Momenti d’autore: recensire i “colleghi”

Ciao amici!

In questa seconda puntata di “Momenti d’autore“, la rubrica irregolare nella quale parlo di argomenti in qualità di autore, tratterò l’argomento delle recensioni: non quelle che leggo sui bei siti che consiglio su questo blog e nemmeno di quelle sul mio romanzo “Il Maestro dei morti“, ma bensì di quelle che scrivo del lavoro dei “colleghi”

books on bookshelves
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Che cos’è una recensione?

Una recensione è l’opinione di una persona su un prodotto, niente di più. Ma esistono vari tipi di recensioni: può essere positiva o negativa, dipende da chi la scrive. Se fate un giro sulla blogosfera, ci sono migliaia di recensori: alcuni seguono un metodo standard, altri preferiscono scrivere come meglio credano. Nonostante ciò, una cosa è certa: le recensioni aiutano a fare una scelta

Perché scrivere una recensione?

Si possono scrivere recensioni per soldi, per simpatia per l’autore del romanzo recensito (oppure no, esistono ahimè gente che sembra divertirsi a scrivere assassine recensioni negative), per passione della lettura o per dare un consiglio amichevole e disinteressato a decine, addirittura centinaia di lettori anonimi che visitano il blog o ai followers che hanno scelto di seguire il recensore. In ogni caso, si emette un opinione che può essere a scopo commerciale o semplicemente destinato agli altri amanti della lettura. Per quanto mi riguarda, ho sempre amato scoprire cose nuove, sperimentarle e, se mi sono piaciute, parlane con altre persone affinché le possano scoprire anche loro e, magari, suscitare una nuova passione. La mia rubrica “Recensioni” è nata così: parlare di libri che mi sono piaciuti per poter stuzzicare la curiosità dei miei follower e lettori occasionali e condividere (nel vero senso, non quello dei social) quello che ho provato leggendoli.

Recensire la “concorrenza”?

Come lo sapete, provo di fare i miei primi passi nel mondo della scrittura: ci sono già riuscito con “Il Maestro dei morti”, che ha dimostrato di essere capace di farsi un piccolo posto al sole. Ma il mondo dell’editoria è vasto e altre migliaia di autori vogliono anche loro la loro fetta di torta: forse ci sono degli scrittori che si chiudono a riccio per difendersi di quello che fanno gli altri dicendo “il mio libro è meglio, il resto non vale un…“, ma so anche che ci sono degli autori che non leggono, tranne quello che hanno scritto loro, ovviamente. Penso che siano comportamenti sbagliati: un autore dovrebbe essere anche un lettore e un lettore dovrebbe essere una persona aperta e curiosa. Quindi, uno scrittore dovrebbe leggere, anche quello che hanno scritto i “colleghi” della loro stessa casa editrice, ma anche le opere dei “concorrenti” pubblicati altrove. Quando si ama leggere, non si da tanto peso da chi è pubblicato tale o tale libro, secondo me.

Come fare?

Personalmente, mi metto alla pari di qualsiasi lettore: compro il libro, lo leggo e se mi è piaciuto abbastanza, ne scrivo una recensione su questo blog. Può capitare che possa mettermi in contatto con l’autore (a volte ci sono le loro mail alla fine del libro, oppure un recapito è reperibile sui social), gli invio la mia recensione e aspetto il suo accordo per pubblicarla qui. Se non lo posso fare (di solito se l’autore è defunto), prendo la libertà di scrivere la recensione e di pubblicarla, chiedendomi se sarebbe piaciuta allo scrittore (come quella che ho scritto di una raccolta di racconti di Asimov).

La recensione: la vetrina del successo

Credetemi, noi autori abbiamo bisogno delle recensioni dei veri lettori, quelli che sapranno vedere quali sono i pregi (ma anche i difetti) dei nostri lavori. Perché senza che qualcuno dia un’opinione interessante, ben formulata e invitante, non si può vendere nemmeno una copia. Amici recensori, vi prego (in nome di tutti gli autori) di non scrivere recensioni per inficiare un’opera che non vi è piaciuta (se non è piaciuta a voi, potrà interessare qualcun altro) e anche di non “glorificare” troppo un libro che vi è piaciuto: personalmente, ho inventato la scala qui sotto:

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E come potete vedere, non c’è posto per i verdetti negativi. Però è chiaro che anche un romanzo che vi è piaciuto può contenere dei momenti che non vi sono piaciuti, ma se avete un’opinione gradevole dell’opera, potete “solo” abbassare un po’ il voto, senza dire ai lettori quello che non è stato del vostro gradimento. Non ho mai dato le 5 “I”… finora, ma magari un giorno le darò!

Vi ringrazio per aver letto questo articolo!

Alla prossima!

 

8 pensieri riguardo “Momenti d’autore: recensire i “colleghi”

  1. Secondo me il posto per i verdetti negativi deve esserci eccome! 😅 Anche se in genere parlo di libri che mi sono piaciuti, se mi va di menzionarne uno che per me fa acqua, mi dispiace ma lo dico. Fermo restando che una recensione è sempre un’opinione personale e non un valore assoluto. Secondo me sei anche troppo scrupoloso a contattare gli autori prima di pubblicare una recensione! Dopotutto, dare un parere è un diritto e non viola alcun copyright. 😁
    In tema di recensioni, ti consiglio anche spassionatamente di rivedere i tuoi articoli prima di pubblicarli, perché non di rado presentano vari errori ortografici…

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    1. Prima di iniziare a recensire, ho letto vari lit-blog e sono stato scioccato da recensori spietati che erano al limite di scrivere “questo libro fa cag…” ed è così che ho scelto di recensire solo quello che mi è piaciuto, ma questo è una mia opinione, ognuno fa come gli pare!
      Grazie per il consiglio! Lo sai, l’italiano non è la mia madrelingua e il refuso è sempre in agguato: a volte il correttore di WordPress li sgama, a volte no. Ho la brutta abitudine di scrivere di getto, aumentando la percentuale di errori ortografici, grammaticali e sintattici. Purtroppo, anche la stampa nazionale e alcuni politici hanno problemi con l’italiano!
      Grazie per il tuo interessante commento!

      Piace a 1 persona

    2. Concordo, anche io non chiedo mai il permesso per pubblicare le mie recensioni. Sono io stessa autrice e quando si scrive e si lascia una propria creatura camminare nel mondo, sperando abbia raggiunto il giusto grado di maturità, ci i espone ed è inevitabile il giudizio altrui.
      Il focus è che dovrebbe esserci un auspicato rispetto reciproco, in ogni relazione umana.

      Ps: io non stringo mai un libro ma, nel caso, cerco parole delicate per sfumare quelle che potrebbero essere definitive.

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