Lo stregone: Un nemico universale

Ciao amici!

Oggi, vorrei continuare sul tema dei Villain: ogni storia ha bisogno di un’antagonista, altrimenti la sua trama è quella dei Teletubbies, e non va bene. Se si setaccia bene il multiverso, c’è un tipo di cattivo che torna molto spesso, in varie culture: lo stregone. Vediamo un po’ perché questi esperti delle arcani sono così odiati.

Fonte: Wizard, by Tira-Owl, su DeviantArt

C’era una volta, una principessa bella dal cuore d’oro, figlia di un re e di una regina amatissimi dal popolo. Un giorno, uno stregone arrivò dal nulla, rapì la principessa e trasformò i suoi genitori in statue, lasciando il regno senza una guida…

Questo potrebbe essere l’incipit di molti film d’animazione della Disney o di un romanzo fantasy scritto da un autore pigro, ma riassume bene la classica situazione di molte opere della letteratura, del cinema, dei fumetti e di molti altri media. In varie occasioni, i protagonisti delle storie hanno da che fare con un personaggio, generalmente malvagio, che padroneggia le Arti Oscure della magia. Ma perché gli stregoni sono così presenti nelle storie? Il “catalogo” dei villain non era già abbastanza ricco di traditori, cospiratori, furfanti e mostri di ogni tipo? Sì, ma uno stregone ha qualcosa in più che illustra molti aspetti della nostra cultura e del nostro inconscio.

Chi è lo stregone?

Lo stregone (o strega, per il femminile) è una persona che è dotato di poteri speciali che derivano dello studio della magia, ma con una specializzazione nei suoi aspetti più scuri. Lo stregone vuole ottenere una conoscenza magica sempre più vasta per utilizzare i suoi incantesimi (o pozioni magiche) in vari campi della vita quotidiana per avere potere sulla gente o perfino nelle gerarchie sociali o politiche. Uno stregone è prima di tutto uno egoista per chi la fine giustifica i mezzi, che ha pochissimo interesse nella sofferenza altrui e che non esita a rompere molti tabù per raggiungere un suo obiettivo. Naturalmente, lo stregone infrange spesso quello che è “lecito” e “morale” secondo il pensiero della sua cultura di origine.

Una vetrina del Male

Quindi, lo stregone è un mago malvagio che non ha nessuna morale e che applica alla lettera il vecchio detto “Exitus acta probat“. Ma perché questo personaggio è così gettonato nelle nostre tradizioni letterarie?

Fonte: ilariogobbi.it

Lo stregone è un avversario molto difficile da battere per l’eroe di turno, che dovrà spingersi al massimo delle sue capacità, superare prove per trovare indizi sulle eventuali debolezze del suo nemico e avere alleati molto forti o validi, altrimenti, il nostro eroe si farà trasformare in un mucchio di cenere (o in rana) in men che non si dica.

Il punto forte dello stregone è l’uso della magia: non si limita a quella “academica” che può essere conosciuta dall’Eroe della storia o dai suoi alleati. Il nostro villain, invece, ha imparato degli incantesimi proibiti, come invocare esseri malvagi di altre dimensioni, a creare delle pozioni potentissime con ingredienti vietati e altre cose del genere. Così, lo stregone padroneggia una conoscenza totale della magia (quella “buona” e quella “cattiva”) e non esita a sfruttare questo sapere per raggiungere gli obiettivi fissati. Questo gli da parecchio anticipo su eventuali maghi “buoni” che non osano avventurarsi sul lato oscuro della magia, saranno meno potenti , ma non dovranno pagare il conto di una vita passata a scherzare con il fuoco infernale.

Fonte: Wikipedia

Lo stregone è anche la rappresentazione del Male, secondo il punto della società e della civiltà dell’autore della storia. Per esempio, in Occidente, c’è una fortissima tradizione giudeo-cristiana e questo retaggio culturale e religioso è un terreno fertile per le opere che hanno uno stregone come cattivo: prima di tutto, è uno che studia la magia, vietata dal Cristianesimo, e gli si può liberamente accusare di pratiche occulte generalmente legate al paganesimo, con tanto di sacrifici animali o umani, pratiche divinatorie di ogni tipo, familiarità con il lato oscuro della Natura (le piante e gli animali tradizionalmente associati al Male come i gatti neri, insetti, rettili mammiferi e uccelli notturni), senza dimenticare ogni comportamento severamente vietato dalle suddette religioni.

Dal punto di vista fisico, lo stregone è generalmente brutto: la sua immagine è tradizionalmente associata alla difformità, alla bruttezza con alcune alterazioni fisiche come le verruche o la mancanza di denti e questo villain è spesso vestito con mantelli scuri, in pessimo stato e sempre sporchi. Non manca mai la presenza di qualche ciondolo, talismano o anello con simboli pagani, diventati sinonimi di magia o di Male con il passare degli secoli.

E i “buoni” che utilizzano la magia allora?

Lo stregone è uno degli aspetti più palesi del concetto di Male che esistano: oltre a una grande intelligenza e un forte senso della strategia e forti doti da manipolatore, ha un potere enorme e sa utilizzare vari armi sovrannaturali. Ma come si può contrastare un tale nemico?

In molti universi fantasy o di fantascienza, la magia (o il suo equivalente, come la Forza nella saga di Star Wars) ha sempre due facce: una buona e un cattiva. Quindi, quando il cattivo della storia è uno stregone, il protagonista (o almeno uno dei suoi alleati) potrà anche lui padroneggiare la magia.

Fonte: medium.com

Che siano i Jedi o l’Esercito di Dumbledore, ci sono sempre dei maghi buoni (da notare l’uso del termine, la parola “stregone” è generalmente legata al Male e alla magia nera) che potranno contrastare il villain dotato da poteri magici, ma questi paladini con le bacchette (o le spade laser) devono rispettare molte regole: prima di tutto, il mago non uccide (o almeno non dovrebbe farlo di proposito) e deve utilizzare i suoi talenti per il bene comune e mai per motivi personali. Quindi, Ron Weasley non potrà far piovere degli Avada Kedavra sui seguaci di Voldemort. Inoltre, il mago conosce il potere che utilizza e sa benissimo che la magia è poco affidabile e tenta sempre di sedurre chi la utilizza con promesse di potere, di potenza e di gloria. Questa è un’altra differenza fondamentale tra mago e stregone: il mago è pronto ad accettare dei limiti, perché vuole rimanere padrone di un energia instabile. Lo stregone, lui, si è fatto dominare e ha ceduto alle tentazioni e alle lusinghe di un potere autodistruttivo.

Quindi, lo stregone è il simbolo stesso del peccatore impenitente e incallito che finirà per bruciarsi con il potere che lo rende così forte. Si apprezzerà il mago perché conosce la natura stessa dell’energia che utilizza e farà di tutto per non cadere come lo stregone e, ancora più importante, evitare che altri facciano la stessa fine.

Gli stregoni moderni

I secoli sono passati e la gente non crede più alla magia o al sovrannaturale: la scolarizzazione è sempre più sviluppata e c’è più divulgazione del pensiero razionale e scientifico in ogni media e il progresso delle tecnologie di comunicazione hanno fatto si che i grandi canali televisivi possono proporre programmi di alfabetizzazione scientifica e tecnica.

Fonte: Wikipedia

Quindi, gli stregoni di ogni tipo sono scomparsi da molte opere, pur rimanendo un evergreen della galassia del fantasy, includendo i suoi sotto-generi più scuri come il dark fantasy e l’horror.

Ma la legge dell’Evoluzione prevede raramente la scomparsa totale di una specie: gli stregoni hanno capito come entrare in quella nuova era di scienze esatte, di fisica, di chimica e di informatica. Ma come avranno fatto? Semplicemente cambiando leggermente il loro settore di attività: fuori gli incantesimi, pozioni magiche ed evocazioni la cui origine si perde nel misterioso passato del mondo, ma benvenuto al nuovo tipo di sapere che affascina e terrorizza l’umanità, ossia la scienza.

Contrariamente alla magia di cui non si sa niente o poco, la scienza è democratica e insegnata ovunque: tutti noi abbiamo una infarinatura di chimica, fisica, tecnica e informatica: quindi, anche senza avere studiato in una facoltà scientifica, sappiamo tutti cosa succederebbe se un gruppo di persone malintenzionate mettesse la mano su un virus letale creato in laboratorio, oppure se un gruppo criminale inviasse una testata nucleare schiantarsi nel nucleo terrestre, senza parlare del potenziale infinito dalla genetica che potrebbe generare autentici orrori… Quindi, nelle opere di finzione, gli stregoni si sono evoluti in scienziati pazzi e ne condividono molte caratteristiche: ego surdimensionato, bruttezza, vestiario discutibile e delirio di onnipotenza.

Fonte: Mad Scientist, by Overdrivezero. Su Deviant Art

Lo scienziato pazzo è il lato oscuro della Scienza: si tratta di un personaggio dotato di una grande intelligenza, ma utilizzata senza nessuna etica e per raggiungere degli scopi che vanno contro l’etica della società nella quale vive. A uno scienziato di questo tipo, poco importa il valore della vita (umana, animale o vegetale che sia), conta solo il progresso scientifico puro e la scoperta in ogni campo scientifico. Lo stregone terrorizzava con un potere coperto di mistero e di superstizione, lo scienziato pazzo fa lo stesso, ma sfruttando il sapere umano e non più l’ignoranza.

Questo tipo di personaggio era già conosciuto negli ultimi anni del secolo XIX, con il dottor Henry Jekyll, il dottore Moreau e il Barone Viktor Frankenstein, poi hanno avuto una recrudescenza nel secondo dopoguerra, con l’ingresso nell’era atomica. Anche se non sono molto presenti nei romanzi, ci sono vari film, fumetti, serie TV e cartoni animati con almeno uno scienziato pazzo: forse i nomi di Victor Fries, Otto Ottavius, Norman Osborn e il dottore Stranamore vi diranno qualcosa.

Conclusione

Lo stregone è il riflesso del Male in ogni persona umana: egoista, avido, prepotente e che non esita a sfruttare il proprio potere e le proprie capacità per raggiungere obiettivi legati al potere personale, sempre ai danni della comunità. Però, ogni potere ha un prezzo e lo stregone è generalmente paranoico, solitario, autodistruttivo e rifiuta ogni possibilità di redenzione, perché sarebbe ammettere il proprio errore o la sua debolezza.

Questo tipo di personaggio rappresenta il poco controllo che un essere solo può avere sul suo ambiente: lo stregone sarò sempre consumato dalle forze (naturali e non) che dice di padroneggiare, mentre il suo equivalente moderno subirà sempre la vendetta della propria creatura o della sua “brillante” invenzione.

Lo stregone è l’essenza dell’uso che fa l’umanità del potere che si è conquistato: ogni scoperta può avere un lato pericoloso e deve essere monitorata, controllata per il bene di tutti. Se solo una persona gestisce una nuova scoperta, succede un finimondo. Quindi, il potere è bello, ma pericoloso e deve essere condiviso, questa è la lezione che possiamo trarre di ogni storia con uno stregone o uno scienziato pazzo.

Per concludere, lo stregone è un nemico potente che rappresenta l’errore che fa l’essere umano dalla scoperta del fuoco in poi e incute timore per via del suo potere, che dovrà essere sconfitto con altrettanta scienza e conoscenza, ma utilizzata in un modo responsabile.

Grazie per la lettura, a presto!

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